I Canti Liturgici di successo
Visualizzazioni
“Davanti a questo amore”: 2.564335
“Tempo di ricominciare”: 2.264118
“Misericordia sei”: 1.047012
“Ti seguirò”: 1.024485
“Chi ci separerà”: 1.305413
“Il Signore è la mia salvezza” 590730
“Ti saluto o Croce santa”: 302403
I Canti Liturgici di successo
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“Davanti a questo amore”: 2.564335
“Tempo di ricominciare”: 2.264118
“Misericordia sei”: 1.047012
“Ti seguirò”: 1.024485
“Chi ci separerà”: 1.305413
“Il Signore è la mia salvezza” 590730
“Ti saluto o Croce santa”: 302403
Potrei chiamarla la hit parade dei canti più eseguiti in questi anni su youtube. Cosa hanno di particolare per piacere così tanto? Perché incontrano il favore di un pubblico così vasto? Non ho strumenti scientifici adatti per individuare il target delle persone che hanno cliccato questi canti.
Ma vorrei tentare una risposta che si avvicini alla realtà dei fatti. Penso che la cifra vincente sia la facilità melodica, l’immediatezza di un motivo, la memorizzazione di una frase musicale accompagnata da un testo altrettanto semplice. Fa presa il motivetto che si ricorda subito, che non bisogna provare, ma si impone subito ed entra come un mantra nell’orecchio e nella testa. E ce lo ritroviamo a casa, per strada, sotto la doccia, è un leitmotiv indimenticabile e incancellabile.
Il tutto armonizzato con semplicità, senza barocchismi o ricercatezze armoniche all’avanguardia ed il gioco è fatto, la barca va.
Il dono della melodia
Aggiungo che avere il dono della melodia non è facile e non è da tutti. Ecco cosa afferma Stravinsky: “ciò che sopravvive a tutti i cambiamenti di sistema è la melodia… la capacità melodica è un dono, non ci è data svilupparla con lo studio… Io comincio a pensare, d’accordo con il grande pubblico, che la melodia debba conservare il suo posto al sommo della gerarchia degli elementi che formano la musica. La melodia è il più essenziale, non perché sia il più immediatamente percettibile, ma perché è la voce dominante del discorso musicale”.
È chiaro che la musica è così strettamente unita alla natura dell’uomo che anche se lo volessimo, non potremmo esistere senza di essa.
Anche il pensiero di Nino Rota ci aiuta a comprendere il mistero della melodia: “L’importante per me, è che la musica sia subito percepibile; abbia, cioè, i canoni dell’immediatezza. Quanto all’essere melodici, chi ha paura di esserlo teme le parentele. Mi spiego.
La semplicità melodica porta con sé fatalmente una rivelazione di parentele, di derivazioni. Ma è una paura sciocca e anticulturale. Qualsiasi idea, qualsiasi ispirazione ha precise radici. Niente viene dal niente”.
Non ricordo chi dichiarava che la bella melodia è quella che alzandoti al mattino la incominci a fischiettare. Ma veniamo a noi. I canti che ho citato hanno tutti in comune una melodia semplice e cantabile; riescono a coinvolgere quasi tutti, si crea subito un senso di appartenenza e di unione. Si canta insieme ed è la melodia che trascina le parole e quasi le oscura.
Basta la melodia?
Ma mi chiedo? È sufficiente una melodia cantabile perché quel canto sia un canto liturgico ed abbia una pertinenza rituale? Rispondo dicendo che la bella melodia è un elemento da tenere presente nella scelta, ma occorrono altri parametri per inserire con correttezza quel canto nella liturgia.
Bisogna essere attenti al tempo liturgico, all’assemblea presente, al rito particolare ed anche all’architettura della chiesa. Inoltre è necessario esaminare il testo e la sua esattezza teologica e liturgica, il lirismo del testo, la giusta mescolanza fra testo e musica, infine essere certi che il canto esprima la fede dei credenti.
E ancora un’attenzione: non consumarlo in fretta. Infatti se è un canto ben fatto, con i requisiti sopra descritti, è bene custodirlo nel tempo senza logorarlo in fretta. Avere il coraggio di metterlo da parte per riprenderlo al momento opportuno e appropriato.
Tutta questa operazione richiede preparazione e competenza specifica, non si può improvvisare; solo così la comunità dei fedeli potrà crescere nella fede attraverso celebrazioni ben fatte e ben vissute.